Stefano Staro,
docente di Musica presso l'Istituto Comprensivo Statale Est 1 di Brescia

3 apr 2023

Musica come patrimonio culturale della comunità: Brescia


Musica: patrimonio culturale della comunità


Premessa

Ognuno di noi eredita dai propri antenati, dai genitori, dai nonni un insieme di valori che possono essere materiali o non materiali.

Si possono ereditare soldi, case, macchine, mobili, quadri, ma, anche se non si eredita nulla di tutto questo, i nostri genitori ci insegnano una lingua, ci danno un’educazione, ci comunicano valori, tradizioni, fedi religiose, ci insegnano a cucinare, a coltivare l’orto, a raccontare storie, a cantare canzoni.

Tutto questo costituisce il nostro patrimonio, ci rende uomini e donne "particolari" e unici, e se siamo “ricchi”, possiamo e dobbiamo condividere la nostra ricchezza con gli altri.


Per una comunità e per una società, come quella che si identifica in una città, in una nazione, o anche in quartiere, non è diverso.

Una comunità deve saper riconoscere nella propria storia i monumenti, le opere d’arte, le piazze e le strade, gli elementi del paesaggio, come propri, come caratterizzanti la propria esistenza e la propria provenienza. Lo stesso accade per le tradizioni, i dialetti, la memoria di persone che hanno dato lustro alla comunità.

Tutto questo è il patrimonio culturale, condiviso da più persone, che costituisce la ricchezza di una comunità, che acquisisce maggior valore quanto più è riconosciuta, apprezzata e valorizzata da tutti. 

Sono beni che ci arricchiscono anche individui, beni che abbiamo il dovere di conoscere e rispettare.

Allo stesso modo, recandoci in un’altro ambiente, in un altro luogo dobbiamo rispettare e apprezzare i valori altrui, ed essere grati a tutti coloro che hanno contribuito a far crescere quella comunità e a consentire anche a noi, ospiti, di goderne.

Discussione: In che cosa consiste la vostra “ricchezza”? Quali sono i valori condivisi che vorreste salvaguardare e trasmettere alle generazioni future

Il patrimonio culturale


La conoscenza e l’uso del patrimonio culturale sono parte dei diritti del cittadino per partecipare alla vita culturale come definito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

Convenzione di Faro - Consiglio d’Europa 2005


Il patrimonio culturale, nella stessa convenzione è  definito come “insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione”.


E’ quindi un diritto del cittadino

  • conoscere il patrimonio culturale della comunità in cui vive

  • trarre beneficio personale da tale patrimonio ovvero trarne occasione per una propria crescita culturale

E’ un dovere del cittadino:

  • rispettare, preservare e conservare il patrimonio culturale perché anche le generazioni future possano usufruirne

  • contribuire, in base alle proprie possibilità ad arricchire il patrimonio culturale della comunità a valorizzarlo e a diffonderne la conoscenza

Vedi anche:MIBACT, Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società

Il patrimonio culturale è tutelato dalle leggi, a cominciare dalla Costituzione della Repubblica italiana, che, all’art. 9 stabilisce che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico  della Nazione”


I beni culturali


Costituiscono il patrimonio culturale di una comunità

  • i beni archeologici, artistici e monumentali

per esempio:

Brescia, Tempio Capitolino

Raffaello Sanzio, Cristo Redentore, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia


  • i beni ambientali e il paesaggio

Brescia, Parco di San Polo

Brescia, vista del Centro Storico dal colle Cidneo



i beni archivistici e documentali e monumentali


Passio, componimento devozionale in volgare del 1412, Archivio di Stato di Brescia

Brescia, Biblioteca Queriniana


E la musica?



La musica rientra nel patrimonio culturale della comunità in diverse forme:

  • con le tradizioni popolari, le pratiche sociali musicali e coreutiche  che  hanno caratterizzato la comunità e che hanno contribuito a darle un'identità propria e riconoscibile

  • con le opere, le composizioni create nel passato e con i musicisti che hanno dato lustro alla comunità con le proprie creazioni,

  • con l’attività di promozione, di diffusione, di insegnamento, di produzione musicale di enti, associazioni, gruppi musicali del territorio.


Questi beni culturali, e, in particolare, le tradizioni musicali e coreutiche, possono essere definiti beni immateriali, ovvero beni che non sono cose, ma sono ad esempio conoscenze condivise, tradizioni, opere creative e d’ingegno


L’UNESCO, organismo delle Nazioni Unite che ha tra i suoi scopi  quello di salvaguardare il patrimonio culturale dell’umanità,  ha adottato nel 2003, sempre a Faro, in Portogallo, la Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ratificata dall’Italia nel 2007, nella quale è prevista una serie di procedure per l’identificazione, la documentazione, la preservazione, la protezione, la promozione e la valorizzazione del bene culturale immateriale.

   

l patrimonio culturale, secondo l’UNESCO non è soloi  monumenti e collezioni di oggettma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo. artigianato tradizionale.


Questo patrimonio culturale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenza culturale  che viene  trasmessa da una generazione all’altra.


Tra gli elementi elementi italiani iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Imateriale dell’UNESCOm (che ad oggi, nel 2021, sono 14), troviamo:

dal 2012: Saper fare liutario di Cremona

dal 2020: L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia


LAVORO INDIVIDUALE: Approfondisci le conoscenze sui beni culturali immateriali protetti dall’UNESCO, a cominciare da quelli di contenuto musicale

Le tradizioni musicali e coreutiche

Ogni comunità ha un ricco patrimonio di canti e di danze, che fino a pochi decenni fa erano eseguiti nelle occasioni di festa, oppure nella quotidianità, o per esprimere gioia, amore, tristezza.

Famoso nel territorio bresciano è il carnevale di Bagolino, un paese dell’alta Valle Sabbia, durante il quale, da secoli, i cittadini, travestiti con costumi molto particolari, eseguono danze, la cui musica è unica e caratteristica.


Ma molti, ancora oggi, ricordano canti, in dialetto, che caratterizzavano antichi mestieri, come gli ortolani, i muratori oppure le conte e le filastrocche infantili.


Suonatori e ballerini del Carnevale di Bagolino (BS)

L’ortolà, canto tradizionale breciano

Fototeca Gilardi > Foto FTT5387: CARNEVALE BAGOLINO La Compagnia dei  suonatori del Carnevale di Bagolino (Brescia), composta da violini,  chirtarre e bassetto, accompagna la danza rituale dei 'balarì' per le  strette vie



Ricerca sul campo: Conosci alcune tradizioni musicali che caratterizzano la tua comunità?

Conosci uno o più canti tradizionali? Sai in quali occasioni erano cantati? in che modo? con quali strumenti? 

Conosci una o più danze tradizionali? Se non ne conosci, hai qualcuno a cui chiedere? Nonni, zii, vicini di casa, anziani che si ritrovano al bar, o al centro sociale? C’è una biblioteca di quartiere che ti può fornire queste informazioni?

I musicisti e le opere


Ogni comunità ha i suoi personaggi illustri, ovvero le persone che con la loro opera si sono messi in luce e hanno dato lustro alla comunità.

Così come ognuno di noi è orgoglioso per un proprio parente che ha saputo fare cose speciali, che ha tenuto alto il nome della famiglia, così una comunità può essere fiera di persone che operando nella nostra comunità ne hanno messo in luce il valore.

Allo stesso modo ci sono creazioni e composizioni musicali che nel nostro territorio hanno visto la luce, o sono state portate al successo.

E anche se questi nomi non sono Beethoven, o Vivaldi, anche se il loro successo è rimasto spesso entro i confini del nostro ambiente, possiamo e dobbiamo preservarne la memoria.

Oltre ai musicisti non si può non parlare dei liutai e dei costruttori di strumenti musicali, tra i quali Gasparo da Salò (Salò, 1540-Brescia 1609), al quale si deve probabilmente la paternità della costruzione del primo violino moderno, e che fu probabilmente maestro di Andrea Amati, iniziatore delle scuola liutaria cremonese, e la dinastia degli Antegnati, che furono fin dal ‘400 tra i più apprezzati costruttori di organi e di strumenti a tastiera.


Ricerca: Cerca informazioni su un musicista bresciano del passato mettendo in evidenza la sua originalità, la qualità delle sue opere, le ragioni del suo successo.

Musicisti del passato: Biagio Marini (Brescia,1594 – Venezia, 1663), Vincenzo Capirola (Leno, 1473 – dopo 1548), Luca Marenzio (Coccaglio, 1553 – Roma, 1599), Carlo Francesco Pollarolo (Brescia, 1653 circa – Venezia, 1723),  Ferdinando Bertoni ( Salò 1725- Desenzano 1813), Bartolomeo Bortolazzi ( Toscolano Maderno 1722- Vienna 1820 circa), nel Novecento:  Isidoro Capitanio, Camillo Togni, Giancarlo Facchinetti.

Musicisti in ambito Pop: Fausto Leali, Mauro Pagani, Francesco Renga


Concerto: Prepara una lezione concerto dedicata ad un musicista della tua comunità, seleziona i brani musicali, se non sei in grado di suonarli o cantarli tu stesso, crea una playlist, e proponila al pubblico, insieme alla proiezioni di immagini riferite al musicista scelto.





Luca Marenzio, compositore: Coccaglio (BS) 1553, Roma, 1599

Arturo Benedetti Michelangeli, pianista, Brescia 1920, Lugano, 1995

CHiesa di San Giuseppe, Brescia, Omaggio di un alunno alla tomba di Benedetto Marcello ((Venezia, 1686 – Brescia,1739) 

Fausto Leali, A chi, (1967)



Enti e istituzioni musicali - i luoghi della musica

A preservare il patrimonio musicale di una comunità ci sono organismi pubblici e privati: alcuni con una storia secolare, altri più recenti e contemporanei.

Tradizionalmente la musica viene insegnata nelle Accademie nei Conservatori di Musica.

Anche Brescia ha il suo Conservatorio di Musica, intitolato a Luca Marenzio: oggi è un Istituto di Alta Formazione, cioè una scuola di livello universitario, ma in passato accoglieva gli aspiranti musicisti fin dall’infanzia.

Adiacente al Conservatorio è l’Auditorium San Barnaba, frutto della ristrutturazione di un’antica chiesa.

Un’altro ente pubblico importante è la Fondazione Teatro Grande, che sovrintende alla programmazione del teatro cittadino, la cui costruzione risale al 1735 nel luogo ove sorgeva un più antico teatro del 1664.

ll Teatro Grande ha ospitato rassegne operistiche e concertistiche di rilevanza nazionale ed internazionale, come il Festival Pianistico internazionale di Brescia e Bergamo.

Una delle più antiche istituzioni di Brescia è la Banda Cittadina, oggi Associazione FIlarmonica Isidoro Capitanio. Fondata da lavoratori amanti della musica nel XIX secolo, è stata nel tempo un punto di riferimento per la città, chiamata a rendere solenni cerimonie ed eventi pubblici, partecipando a ricorrenze, feste, richiamando ai suoi concerti un gran numero di appassionati e, non da ultimo, sviluppando una costante opera di formazione musicale per i bambini e i giovani.

Collegata al mondo ecclesiastico è la Scuola Diocesana di Musica, ma, si può dire, che in numerose chiese della città, operino musicisti dilettanti o professionisti che hanno come scopo principale quello di accompagnare con la musica le funzioni religiose.


Visita d’istruzione: elabora un itinerario sui luoghi della musica della città. Vai a visitarli e produci un reportage fotografico

Le associazioni musicali

Patrimonio della cittadinanza sono anche le numerose associazioni musicali che operano sul territorio, con lo scopo principale di condividere la passione per la musica, praticandola e presentandola al pubblico.

Le associazioni sono formate da persone, che non hanno come fine il guadagno, ma che sono animate dal desiderio di perseguire insieme, unendo le forze e le energie, un comune obiettivo.

Ci sono associazioni di ogni genere.

Le più numerose e antiche sono forse quelle che fanno riferimento ai cori: cori di alpini, di musica sacra, di musica antica, di musica pop, di gospel.

Sono spesso costituiti in associazioni anche coloro che si occupano di diffondere la musica tradizionale, o che svolgono ricerche sulla musica del passato e sulla musica antica. Oppure, ancora, ci sono associazioni che si occupano di musica rock o di jazz o di hip hop, o di danze popolari, di flamenco, di tango argentino

Insomma la vivacità culturale di una comunità sia sul piano della conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale del passato, sia sul piano delle creazione di nuove proposte musicali è data non solo dalle sue istituzioni (le scuole pubbliche, le Fondazioni e gli Enti Pubblici), ma anche dalle libere associazioni di cittadini. Sono i membri delle associazioni che spesso insegnano, suonano, fanno musica a livello di base, che formano il bacino degli appassionati di musica, diffondono la cultura musicale e  da cui talvolta emergono artisti e professionisti di alto livello.

Bisogna ricordare che la Costituzione Italiana, all’art. 18 riconosce il diritto dei cittadini di riunirsi e associarsi del tutto liberamente, diritto che al contrario è compresso o eliminato nei regimi dittatoriali:

Articolo 18

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.

Anche questo è un diritto che dobbiamo conoscere e che dobbiamo impegnarci a preservare per le generazioni future.


Costituisci un’associazione: informati, insieme ad altre persone che condividono un tuo interesse su come si costituisce un’associazione  e redigi uno statuto per un’associazione. Individua quali vantaggi può offrire coltivare una passione associandosi ad altri piuttosto che restando da soli.



Andrea Valentini, I musicisti bresciani e il Teatro Grande, 1898

Il Chi è dei bresciani - Chi fa musica http://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia_chi/index.php?title=Pagina_principale 

Giovanni Bignami, Enciclopedia dei musicisti bresciani, 1985

Augusto Mazzoni, Comporre musica a Brescia negli ultimi cent’anni, Annali di storia bresciana 5, 2017


1 apr 2023

Pattern ritmici di base - Bozza

 


Drum patterns basici

four on the floor


Four-on-the-floor (o four-to-the-floor) è un pattern ritmico utilizzato particolarmente nella musica disco e EDM (electronic dance music). Si tratta di un tempo in 4/4 costante e uniformemente accentato, in cui la grancassa (kick) è colpita a ogni beat per la maggior parte del brano.[1] Questo ritmo è stato reso popolare nella musica disco degli anni 1970[2] e l'espressione four-on-the-floor fu ampiamente utilizzata in quel periodo. Talvolta l'espressione è utilizzata per riferirsi alla ritmica in 4/4 per qualsiasi percussione.[3] L'espressione italiana è cassa-in-4 ed a volte cassa dritta, chiodo o martello in 4. (wikipedia)

Trap beat

usato fin dagli anni '90

Bo diddley beat

Jefferson Airplane - She Has Funny Cars
Tom Petty American girl
George Michael Faith

Two beat

Boom bap


Dem bow

derpacito

Impeach the president

Honey dreamers
Alanis Morrisette, You learn

Iconic 8th

Harry styles, Watermelon sugar
Rolling stones, honky tonky woman

12/8 feel

You make me feel like a natural woman


Shuffle

Steve Ray Vaughan Pride and joy

Rock groove