Stefano Staro,
docente di Musica presso l'Istituto Comprensivo Statale Est 1 di Brescia

14 mag 2020

La Carmen di Bizet: una storia attuale


I dati del successo

Approfondimenti e riferimenti interdisciplinari 
La Carmen di Georges Bizet è stata la seconda opera più rappresentata nel mondo nell’anno 2017-2018, con 704 rappresentazioni contro le 872 della Traviata di Giuseppe Verdi. (fonte https://www.operabase.com/statistics)
Dall’opera Carmen sono stati tratti più di 20 film
Il successo è determinato dalla trama dell’opera, dalla ricchezza delle scene, ma anche dalla musica: Bizet riesce a fondere motivi popolari, tratti dalla tradizione spagnola, con melodie più classiche, usando l’orchestra e le voci con grande ricchezza di colori e timbri. Molti pezzi dell’opera sono stati rieseguiti non solo nei teatri d’opera ma anche nelle piazze, nelle feste, rieseguiti da bande, orchestre popolari e diventando patrimonio culturale condiviso in Francia, in Europa e nel mondo. Chi non ricorda i motivi della “Chanson du toreador” o l’habanera cantata da Carmen?
I motivi del successo di un’opera, di una canzone, di uno spettacolo.
Georges Bizet, compositore francese del XIX secolo, scrisse la musica dell’opera Carmen quando era già al culmine della sua carriera. La prima rappresentazione dell’opera avvenne nel 1875, nel teatro di Parigi dell’Opera Comique.
Nel teatro dell’Opéra Comique, si rappresentavano le opere di genere più leggero, con protagonisti popolari o borghesi, e che contenevano anche parti non cantate.
Le opere di argomento mitologico, serio, completamente cantate erano rappresentate al Grand Opéra.
Parigi e i suoi luoghi di spettacolo.
L’opera lirica era lo spettacolo più popolare in Europa, tutte le città, grandi e piccole, avevano almeno un teatro d’opera, costruito secondo lo stile dei teatri italiani. Il teatro d’opera.
I principali teatri de’Europa. Il teatro della mia città
In quello stesso anno, nel 1875, Bizet morirà, all’età di soli trentasette anni, purtroppo fino al momento della sua morte la “Carmen” non aveva ancora avuto il successo che avrà in seguito, ed anzi era stata criticata per l’argomento ritenuto “scandaloso” e per una musica troppo vicina alla musica popolare. Il 1875 fu l’anno in cui si promulgò la costituzione della terza repubblica francese destinata a durare fino al 1940.
In arte si era nel pieno della stagione dell’Impressionismo.
Parigi si affermava in quegli anni come centro europeo della vita culturale e ricreativa (Café concert)
Il libretto dell’opera, ovvero il testo contenente dialoghi, cori, arie solistiche, duetti e trii era stato scritto prendendo spunto da un romanzo dello scrittore Mérimée.


Il tema e lo sviluppo della storia è tipicamente romantico: il sentimento e le passioni, anche contrastanti sono l’oggetto dell’interesse di artisti e pubblico.
L’azione si svolge a Siviglia e nei suoi dintorni, in Spagna. I personaggi sono figure popolari nella Francia dell’epoca: la protagonista è una operaia di origine gitana, come era anche Esmeralda, protagonista del romanzo di Victor Hugo “Notre dame de Paris”.
Il protagonista maschile è, al contrario un ufficiale di polizia, un uomo della legge, quindi di cultura e carattere opposto a quello di Carmen.
Il mito dell’eroina gitana nell’arte www.gypsypedia.it/archives/la-gitanilla-il-mito-delleroina-zingara/
e nella letteratura
www.gypsypedia.it/archives/il-mito-delleroina-zingara/


Anche il mondo della corrida, lo spettacolo più popolare in Spagna, e dei suoi protagonisti, i toreri, aveva per i francesi un fascino particolare. Il mito della tauromachia, Il rapporto uomo animali, ieri e oggi, come si è evoluto.

La trama dell’opera (sintesi).



Don Josè è un giovane brigadiere (ufficiale di polizia) e sua madre vorrebbe che si fidanzasse con Micaela, una ragazza semplice che vive nel suo paese. Lui, però, si lascia sedurre dalla sigaraia Carmen, che è coinvolta in una rissa con altre sigaraie e, affascinato da lei che danza, la lascia fuggire dal carcere e per questo viene punito. In un secondo momento Carmen e Don Josè si rivedono in un’osteria popolare, lei lo convince a disertare per seguirla, nonostante sia attratta anche dal torero Escamillo. Lui la segue sui monti, dai contrabbandieri, ma sentono di non essere felici, lui dimostra gelosia e lei insofferenza. Giunge Micaela chiedendo a Josè di tornare al paese dalla madre morente. Lui parte ma solo dopo essersi battuto in duello con il rivale Escamillo, lo stesso che Carmen segue a Siviglia. Sarà proprio Siviglia il luogo in cui si ritroveranno, fuori dall’arena, prima della corrida e Josè chiede a Carmen di tornare con lui ma lei rifiuta con disprezzo e lui la pugnala a morte.

Nell’Opera Carmen si confrontano l’idea della libertà, della volontà di Carmen di decidere chi amare e fino a che punto, contro la morale dell’epoca che pretendeva che la donna dovesse essere sempre e comunque fedele, piegandosi alla volontà dell’uomo. Una storia che termina con l’uccisione della donna quando questa non corrisponde più ai desideri del suo amante. Una storia scandalosa per l’epoca in cui venne rappresentata, ma purtroppo attuale ancora oggi La violenza di genere, la condizione della donna nell’Ottocento e oggi.
Voci Principali
Carmen, zingara, Mezzo soprano
Don José, brigadiere, tenore
Escamillo, Toreador, baritono,
Micaela, contadina, promessa sposa di Don Josè: soprano
Orchestra:
Violini primi e secondi, viole, violoncelli, contrabbassi, 2 flauti (anche ottavini), 2 oboi (o anche corni inglesi), 2 clarinetti, 6 flauti dolci, 2 flauti tenore, 2 flauti basso, 2 flauti soprano e 2 fagotti
4 corni, 2 cornette a pistoni, 3 tromboni
timpani, grancassa e piatti, tamburo, triangolo, tamburello, nacchere, mani (si possono usare al posto delle nacchere)
2 arpe
Gli strumenti dell’orchestra sinfonica e i registri vocali

Brani scelti



Prelude: Brano di apertura (ouverture) dell’opera, eseguito a sipario chiuso. Inizia con un Giocondo giocoso, che riprende il motivo della corrida, che sarà eseguito all’inizio del quarto atto, e quindi in un Andante moderato un motivo lento e inquietante che sarà ripreso in diversi momenti dell’opera. Già nel brano di apertura Bizet usa strumenti a percussione che danno un colore particolare. Il ritmo è molto cadenzato e festoso.
L'amour est un oiseau rebelle, Eseguito nel primo atto. Con questo brano Carmen entra in scena, si presenta e presenta la sua filosofia dell’amore: libero, senza regole né costrizioni. É un brano che Bizet ha ripreso da una danza di origine cubana , la Habanera, che era stata composta da un altro musicista qualche anno prima. Si tratta quindi di una canzone di successo, semplice e popolare.
https://youtu.be/mdg4XMHsMgM
Habanera: danza popolare cubana che come molte altre (bolero e nel XX secolo la rumba) nel corso dei decenni ispirerà musicisti sia colti sia popolari.
Un’altra habanera famosa, è “La Paloma”; di Irradier lo stesso musicista da cui Bizet ha tratto la Habanera della Carmen.
Il brano è caratterizzato da un accompagnamento molto semplice e ostinato, mentre la melodia appare “cedevole”, suadente, grazie al motivo basato su una scala cromatica discendente.
Carmen rappresenta l’amore libero, la donna intraprendente, che si sceglie da sè persone da amare.
Près des remparts de Séville, alla fine del primo atto, Carmen, in prigione, sorvegliata da Don Jose, lo convince a lasciarla fuggire, cantando questa aria. E’ una brano basato su un’altra danza popolare spagnola, la Seguidilla, che veniva cantata a e ballata accompagnata dalle nacchere.
https://youtu.be/V-w13IJKHds


Votre toast, je peux vous le rendre… Toreador, en garde La Chanson du Toreador cantata dal torero Escamillo è una delle più famose arie dell’opera lirica, conosciuta in tutto il mondo.
https://youtu.be/0fKYktd1BA8
Il torero: una figura mitica, d’altri tempi.
Alla taverna di Lillas Pastia, ad un certo punto si sentono delle voci e dei cori da fuori; la gente acclama Escamillo, toreador che ha trionfato nella corrida di Granada. I soldati invitano Escamillo a brindare con loro, e il torero accetta volentieri, intonando la famosissima ‘Chanson du Toreador‘, in cui l’atmosfera della corrida si materializza davanti all’ascoltatore grazie alla suggestione di parole e musica.

La canzone inizia con le parole “Votre toast, je peux vous le rendre“, che danno il titolo a quest’aria; ma la parte più famosa è quella che viene un po’ dopo, e che comincia con “Toréador, en garde!”

La fleur que tu m'avais jetée, aria cantata da Don Josè alla fine del secondo atto, con cui Don josè riconosce e dichiara il suo amore per Carmen. Il movimento è andante, la melodia si sviluppa in modo articolato, ondeggiante, mettendo in evidenza i moti dell’anima e l’amore del protagonista.
https://youtu.be/IJdqJhm6-Hk


A deux cuartos: Il quarto atto si apre sull’entrata dell’arena, dove si possono vedere vari venditori che cercano di vendere la loro mercanzia alla gente che arriva per vedere lo spettacolo della corrida. Chi vende arance, chi acqua, chi ventagli… Gridano “A deux cuartos!”, cioè “A due quarti!” per attirare i passanti a comprare.  Il ‘cuarto‘ è un’antica moneta spagnola.
https://youtu.be/6xOuObKv1QA


La folla entra nell’arena a vedere la corrida, lasciando Don José faccia a faccia con Carmen. Lui non ha più nulla ormai, e cerca di convincerla a cominciare una nuova vita insieme. Ma Carmen non vuole seguirlo; ora ama Escamillo. Don José, folle di gelosia, considerandosi perso, la uccide con il suo pugnale, mentre nell’arena la folla esulta per l’uccisione del toro.
https://youtu.be/3emKMmrXiXo



13 mag 2020

"Cover" dal passato 1: Il Ballo di Mantova

Margherita di Savoia
Francesco Gonzaga
Il 31 maggio 1608, sui laghi di Mantova su cui si affacciano le grandi mura del Palazzo Ducale, si dispiegava una flotta di navigli da guerra, che con ardite manovre si affrontavano in una grande battaglia. Ma non era un episodio di una delle tante guerre che infiammavano l'Europa di quegli anni: era una parte dei grandiosi e solenni festeggiamenti per le nozze di Francesco Gonzaga, "serenissimo. principe di Mantova, & di Monferrato, con la serenissima infanta Margarita di Savoia", matrimonio che si era celebrato a Torino pochi mesi prima.

Solo un anno prima il musicista di corte, il cremonese Claudio Monteverdi, aveva dato prova della sua suprema arte, cimentandosi in un' opera di teatro musicale, interamente cantata, secondo la tecnica inventata pochi anni prima, a Firenze. Nel Carnevale del 1607 la corte dei Gonzaga, nel Palazzo Ducale aveva potuto assistere alla prima rappresentazione della "favola in musica", Orfeo.
Una sala del Palazzo Ducale di Mantova, con affreschi di Mantegna

Era tanto piaciuta che per queste solenni nozze a Monteverdi era stata commissionata un'altra opera, ancora una volta su tema mitologico, (questa volta la storia narrata era quella di Arianna), un Madrigale dal titolo Ballo delle Ingrate.  Forse, aveva seguito, se non organizzato di persona, i balli e gli intrattenimenti che sarebbero durati ancora per altri giorni.
Tra questi balli non poteva mancare una melodia che a Mantova era nota da sempre, tanto che era chiamato il ballo di Mantova, o Mantovana.
Forse il motivo era già diffuso nella comunità ebraica della città già dal 1200, ma tant'è, da allora risuonò in tutte le feste e le piazze, con il suo ritmo a velocità variabile (chi la suonava lenta, chi veloce), con la sua melodia semplice e accattivante.
Tanto accattivante che quella stessa melodia fu sentita nelle corti nelle piazze, canticchiata da soldati francesi, ungheresi, spagnoli, impegnati nelle campagne di guerra che sconvolgevano l'Italia di quegli anni.

Nel 1626, Gasparo Zanetti, un violinista che lavorava alla corte di Milano, pubblicherà una raccolta di musiche che doveva servire come antologia di pezzi per gli studenti di violino. Tra questi brani c'era, appunto, il ballo di Mantova.
Il chitarrista più famoso del secolo, Francesco Corbetta, che aveva iniziato la sua carriera a Brescia, presso l'Accademia degli Erranti, passando  da Mantova presso i Gonzaga e dalla Spagna, diventerà addirittura il musicista di corte di Luigi XIV, Re Sole: anche lui pubblicherà una sua versione del Ballo di Mantova.
Intanto il tenore Giuseppe Cenci, detto Giuseppino del Biado aveva dato, all'inizio del '600, a questa musica, dei versi che iniziano con
Fuggi fuggi fuggi da questo cielo,
Altri ne avevano composto le parole iniziando con
Fuggi fuggi fuggi dal mondo bugiardo
Sul ballo di Mantova scrissero variazioni per  loro strumenti: il clavicembalista e organista napoletano Gaetano Greco, il violinista bresciano Biagio Marini,.
L'editore inglese John Playford, inserirà questa musica con il titolo "An Italian rant" in una sua raccolta di danze.
Non ci stupiamo quindi se la stessa melodia la troviamo nella canzone scozzese "My mistress is prettie", in quella polacca "Pod Krakowem", romena "Corol cu boi",  addirittura nell'Inno Israeliano, e, nell'Ottocento nella Rapsodia su canti bretoni di Camille Saint Saens e, come tema principale, nel poema sinfonico la Moldava che Bedrich Smetana scriverà per celebrare la sua patria, ovvero la Boemia.

Tacciamo di più recenti e indegne trascrizioni.

Come era suonata nel 1500 o nel 1600?
Ovvio: con qualunque strumento dell'epoca: flauti, violini, viole da gamba, tromboni, e soprattutto con lo strumento più diffuso nelle corti, il liuto, che ben accompagnava le voci dei cantanti.

Ascoltiamone due versioni: la prima è eseguita da una cantante con accompagnamento di liuto chitarra barocca e tiorba (un liuto con un grande manico per disporre di note gravi)




Nella seconda versione le voci sono due, riprendono la trascrizione di uno dei tanti musicisti che usarono il Ballo di Mantova nelle loro composizioni, con i versi di Giuseppino del Biado.
Gli strumenti, oltre alle corde pizzicate (liuti, chitarra) prevedono il flauto dritto, un tamburo e un crumorno o una bombarda.



E, in mezzo a tanti, ci può stare, forse, questo arrangiamento per orchestra scolastica.
Scarica la partitura: download
Si veda anche il foglio di analisi della melodia e con l'elenco delle attività scolastiche di base: vedi



7 mag 2020

Spartiti e partiture per orchestra scolastica

Originali

Primavera nuova, bergamasco. flauto dolce, melodica, glockenspiel, xilofono, chitarra, chitarra basso, ukulele, piano, percussioni
Partitura e parti (musical sheet), video con spartito animato

Prima sonata d'autunno: 
Partitura, parti: flauto e percussioni, glockenspiel e xilofono, tastiera 1 (cembalo), tastiera 2 (piano)
video con spartito animato (flauto), video con spartito animato (partitura)

Estensione 4, 
Partitura, Tastiera (sax), Xilofono, Chitarra, Piano
Video con spartito animato (partitura)

Rielaborazioni

Sakura, canto tradizionale giapponese, flauto dolce, melodica, glockenspiel, chitarra basso, piano, percussioni
Partitura e parti (musical sheet), video con spartito animatopagina di approfonfimento

"Fuggi, fuggi, fuggi", ballo di Mantova, flauto dolce 1 e 2,  glockenspiel, chitarra basso, tastiera, 

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5 mag 2020

Da Pachelbel ai Maroon 5, ovvero "canoni" e "ciaccone"

Partiamo ascoltando 
 Memories dei Maroon 5 https://youtu.be/K_iH2YSaY3U e
 il Canone in Re Maggiore di Johann Pachelbel https://youtu.be/Bm3JNk7pdzk

Il brano di Adam Levine, dei Maroon 5, che si è imposto all'attenzione nel 2019, Memories, richiama esplicitamente la base armonica che contraddistingue il celebre Canone in Re maggiore del musicista tedesco del XVII secolo Johann Pachelbel.
In realtà i punti di contatto tra Memories e il Canonedi Pachelbel si fermano alla ripetizione di uno stesso modulo armonico come base di accompagnamento.