Stefano Staro,
docente di Musica presso l'Istituto Comprensivo Statale Est 1 di Brescia

13 mag 2020

"Cover" dal passato 1: Il Ballo di Mantova

Margherita di Savoia
Francesco Gonzaga
Il 31 maggio 1608, sui laghi di Mantova su cui si affacciano le grandi mura del Palazzo Ducale, si dispiegava una flotta di navigli da guerra, che con ardite manovre si affrontavano in una grande battaglia. Ma non era un episodio di una delle tante guerre che infiammavano l'Europa di quegli anni: era una parte dei grandiosi e solenni festeggiamenti per le nozze di Francesco Gonzaga, "serenissimo. principe di Mantova, & di Monferrato, con la serenissima infanta Margarita di Savoia", matrimonio che si era celebrato a Torino pochi mesi prima.

Solo un anno prima il musicista di corte, il cremonese Claudio Monteverdi, aveva dato prova della sua suprema arte, cimentandosi in un' opera di teatro musicale, interamente cantata, secondo la tecnica inventata pochi anni prima, a Firenze. Nel Carnevale del 1607 la corte dei Gonzaga, nel Palazzo Ducale aveva potuto assistere alla prima rappresentazione della "favola in musica", Orfeo.
Una sala del Palazzo Ducale di Mantova, con affreschi di Mantegna

Era tanto piaciuta che per queste solenni nozze a Monteverdi era stata commissionata un'altra opera, ancora una volta su tema mitologico, (questa volta la storia narrata era quella di Arianna), un Madrigale dal titolo Ballo delle Ingrate.  Forse, aveva seguito, se non organizzato di persona, i balli e gli intrattenimenti che sarebbero durati ancora per altri giorni.
Tra questi balli non poteva mancare una melodia che a Mantova era nota da sempre, tanto che era chiamato il ballo di Mantova, o Mantovana.
Forse il motivo era già diffuso nella comunità ebraica della città già dal 1200, ma tant'è, da allora risuonò in tutte le feste e le piazze, con il suo ritmo a velocità variabile (chi la suonava lenta, chi veloce), con la sua melodia semplice e accattivante.
Tanto accattivante che quella stessa melodia fu sentita nelle corti nelle piazze, canticchiata da soldati francesi, ungheresi, spagnoli, impegnati nelle campagne di guerra che sconvolgevano l'Italia di quegli anni.

Nel 1626, Gasparo Zanetti, un violinista che lavorava alla corte di Milano, pubblicherà una raccolta di musiche che doveva servire come antologia di pezzi per gli studenti di violino. Tra questi brani c'era, appunto, il ballo di Mantova.
Il chitarrista più famoso del secolo, Francesco Corbetta, che aveva iniziato la sua carriera a Brescia, presso l'Accademia degli Erranti, passando  da Mantova presso i Gonzaga e dalla Spagna, diventerà addirittura il musicista di corte di Luigi XIV, Re Sole: anche lui pubblicherà una sua versione del Ballo di Mantova.
Intanto il tenore Giuseppe Cenci, detto Giuseppino del Biado aveva dato, all'inizio del '600, a questa musica, dei versi che iniziano con
Fuggi fuggi fuggi da questo cielo,
Altri ne avevano composto le parole iniziando con
Fuggi fuggi fuggi dal mondo bugiardo
Sul ballo di Mantova scrissero variazioni per  loro strumenti: il clavicembalista e organista napoletano Gaetano Greco, il violinista bresciano Biagio Marini,.
L'editore inglese John Playford, inserirà questa musica con il titolo "An Italian rant" in una sua raccolta di danze.
Non ci stupiamo quindi se la stessa melodia la troviamo nella canzone scozzese "My mistress is prettie", in quella polacca "Pod Krakowem", romena "Corol cu boi",  addirittura nell'Inno Israeliano, e, nell'Ottocento nella Rapsodia su canti bretoni di Camille Saint Saens e, come tema principale, nel poema sinfonico la Moldava che Bedrich Smetana scriverà per celebrare la sua patria, ovvero la Boemia.

Tacciamo di più recenti e indegne trascrizioni.

Come era suonata nel 1500 o nel 1600?
Ovvio: con qualunque strumento dell'epoca: flauti, violini, viole da gamba, tromboni, e soprattutto con lo strumento più diffuso nelle corti, il liuto, che ben accompagnava le voci dei cantanti.

Ascoltiamone due versioni: la prima è eseguita da una cantante con accompagnamento di liuto chitarra barocca e tiorba (un liuto con un grande manico per disporre di note gravi)




Nella seconda versione le voci sono due, riprendono la trascrizione di uno dei tanti musicisti che usarono il Ballo di Mantova nelle loro composizioni, con i versi di Giuseppino del Biado.
Gli strumenti, oltre alle corde pizzicate (liuti, chitarra) prevedono il flauto dritto, un tamburo e un crumorno o una bombarda.



E, in mezzo a tanti, ci può stare, forse, questo arrangiamento per orchestra scolastica.
Scarica la partitura: download
Si veda anche il foglio di analisi della melodia e con l'elenco delle attività scolastiche di base: vedi



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