Stefano Staro,
docente di Musica presso l'Istituto Comprensivo Statale Est 1 di Brescia

7 mar 2020

Ascolta Verdi: se non conosci questi brani non sei di questo pianeta!

Verdi ha composto trentadue opere liriche, la Messa da Requiem, altri pezzi sacri e pochi brani strumentali.
Sono decine i brani tratti dalle sue opere che hanno raggiunto il successo planetario. Questi erano eseguiti non solo nei teatri, ma anche nei ricevimenti e nelle feste popolari con i più disparati organici: dal canto accompagnato dal pianoforte, alle bande, ai gruppi amatoriali di strumenti diversi.
La scelta che trovi in questo articolo è veramente minima: pochissimi pezzi che tutti, in un modo o nell'altro hanno già sentito, pezzi che fanno parte del patrimonio culturale popolare italiano.
Pezzi che tu stesso puoi cantare, canticchiare, suonare, suonicchiare.



Va pensiero”, coro tratto dall’opera Nabucodonosor (Nabucco), 1842.
è uno dei cori più noti della storia dell'opera, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842).
E’ un inno, cantato all’unisono dagli Ebrei prigionieri in Babilonia, che aspirano alla riscossa e alla libertà.
Il coro è stato interpretato come una metafora della condizione dell'Italia, assoggettata all'epoca al dominio austriaco; la censura di Vienna cercò di impedire la circolazione del brano, ma nonostante ciò divenne un inno risorgimentale, sebbene l’opera non fosse stata concepita con quello scopo.
Infatti il dramma è incentrato sulle figure drammatiche dei Sovrani di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille.


dal Rigoletto (1851)
Rigoletto, il buffone di corte del duca di Mantova, ha deciso di far toccare con mano alla figlia Gilda chi sia veramente l'uomo che lei, nonostante tutto, continua ad amare. La conduce perciò alla locanda di Sparafucile sulle rive del fiume Mincio, dove si trova il Duca in incognito, adescato da Maddalena sorella del sicario Sparafucile, che lo stesso Rigoletto ha ingaggiato per uccidere il Duca di Mantova. Gilda ha così modo di vedere di nascosto l'amato dichiarare la propria irrisione verso le donne e gli uomini che se ne innamorano (La donna è mobile) e poi corteggiare Maddalena, come già aveva fatto con lei.
La scena si chiude con un quartetto in cui contemporaneamente (!) i quattro personaggi , esprimono i loro contrastanti sentimenti: il Duca di Mantova corteggia Maddalena che si ritrae e lo prende in giro ridendo. Intanto Rigoletto rabbioso maledice il duca e Gilda si dispera per ciò che sta vedendo.
E’ una dimostrazione della grandezza di Verdi nel tratteggiare con semplicità ed efficacia i caratteri e le passioni dei suoi personaggi.



Preludio all’atto primo della Traviata (1853)
Il preludio del I atto della Traviata è molto famoso:  tutti lo conoscono, se non altro per i numerosi spot pubblicitari che lo hanno usato come colonna sonora. Il preludio è una sorta di rilettura a ritroso dell’opera: infatti ne ripercorre i momenti principali, ma partendo dalla fine per poi concludersi con l’inizio.
Il primo tema è tragico e drammatico, trasmette le tensioni e le sofferenze della protagonista, Violetta; questo tema verrà ripreso anche nel preludio del III atto, quando Violetta sarà ormai malata e morente. Il secondo tema musicale è quello che Violetta canterà nel II atto, ‘Amami, Alfredo!“, sintesi dell’amore e dello spirito di sacrificio che guidano le sue azioni. Alla fine la melodia si fa via via più frivola, per introdurre la scena con cui si apre l’opera: una festa in cui Violetta e i suoi invitati passano il tempo nell’ebrezza dei piacere mondani.
In questo preludio possiamo ritrovare i tre aspetti principali del personaggio di Violetta: la martire, la donna innamorata che si sacrifica per amore, la cortigiana spensierata.



Libiamo ne’ lieti calici” è un celebre episodio in tempo di valzer del primo atto della Traviata di Giuseppe Verdi (scena II), È intonato dai personaggi di Violetta (soprano), Alfredo (tenore) e dal coro.
Per le rivoluzionarie e scabrose tematiche trattate, la perfezione melodica e l’asciuttezza ed efficacia delle orchestrazioni, l’opera è considerata uno dei capolavori di Verdi ed una delle più grandi opere mai scritte; secondo i dati pubblicati da Operabase nel 2013 è l'opera più rappresentata al mondo nelle ultime cinque stagioni, con 629 recite.



"Di quella pira", da "Il trovatore", 1853.
"Il Trovatore", con "La traviata" e "Il Rigoletto", fa parte della cosiddetta "trilogia popolare", ovvero le tre opere consacreranno Giuseppe Verdi al successo mondiale, e che faranno di lui il compositore di opere più eseguito al mondo.
In quest'aria (anzi, per meglio dire, si tratta di una "cabaletta", ovvero un'aria semplice, ritmata e ripetitiva), il protagonista Manrico, viene a sapere che la madre sta per essere bruciata sul rogo come strega e corre a cercare di salvarla. La storia è intricata e complessa, con scambi di persona, tradimenti veri o presunti, duelli, condanne al supplizio, insomma, un tipico romanzone ottocentesco. Quest'aria, comunque, insieme ad altri brani dell'opera, è stata subito amata dal pubblico ed è uno dei "pezzi forti" dei tenori ancora oggi.





Gloria all' Egitto”, “Marcia trionfale”, Aida
(1871)
Radames, principe egiziano, torna dalla vittoriosa campagna di guerra contro la Nubia (Etiopia). Questo è il trionfo che il Faraone tributa a Radames. Musicalmente si dispiega con un solenne inno intonato dal coro seguito da una marcia trionfale eseguita dalle trombe, e infine da una vivace danza in onore dei vincitori.
In tutto questo Aida, figlia del re sconfitto Amonasro, presa come schiava, è combattuta tra l’amore per Radames e quello per il padre.
Per conoscere come va a finire la storia si può sempre guardare tutta l’opera (o almeno leggere la trama).




Dies Irae eTuba Mirum, Messa da Requiem (1874)
scritta in onore di Alessandro Manzoni è uno dei massimi capolavori di musica sacra. Sono i brani finali
E’ una parte della messa da per le esequie di un defunto (Requiem: riposi) in cui si descrive il giorno del giudizio, l'ultima tromba che raccoglie le anime davanti al trono di Dio, dove i buoni saranno salvati e i cattivi condannati al fuoco eterno.
La potenza narrativa della musica di Verdi si dispiega anche nel dare espressione a valori sacri che sottostanno al culto.


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